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sabato 19 novembre 2011

La prima apparizione del pirata spaziale BRAINIAC in Italia!




Il famoso pirata spaziale Brainiac dalle pagine degli albi di Superman, fece la sua prima apparizione in Italia nel n. 139 degli Albi del falco edito dalla Mondadori. Qui in verità si chiamava Brainac (senza la i) ed era qui che Superman scopriva la celeberrima città in bottiglia di Kandor!

domenica 27 marzo 2011

FIREHAIR la regina della prateria






L'articolo su Firehair è stato pubblicato sul n. 77 de "FUMETTO" edito da ANAFI.
Qui riporto parte dell'articolo, secondo la prima stesura ed alcune immagini di Firehair, tra originali e censurate
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Dopo la stretta continuità dei primi quattro episodi, le avventure di Firehair seguono un corso più tradizionale, in linea con i fumetti americani di quei tempi. Ogni storia è autoconclusiva e può essere letta indipendentemente dalle altre.

I personaggi ricorrenti sono oltre all’eroina, il capo Tehama e Piccola Ascia. Occasionali conoscenze del mondo dei bianchi non ritornano nelle storie seguenti. Firehair è tenuta in alta considerazione dalla tribù d’adozione: in alcuni casi i guerrieri, in assenza di Tehama, la seguono come il capo effettivo della tribù.

Ogni storia, in genere di dieci pagine, si apre con una splendida splash page, specialmente nei racconti illustrati da Bob Lubbers, e da una piccola introduzione testuale in cui pare quasi di sentire un vecchio indiano che al fuoco di bivacco racconta una storia del tempo che fu. L’azione poi è veloce e i luoghi dove gli avvenimenti si svolgono variano da avventura ad avventura, abbracciando in pratica tutti i sentieri battuti dal west classico, anche se non mancano storie “diverse” come quella che pone Firehair di fronte ad uno pseudo conquistador spagnolo. E’ data però una preferenza a luoghi boscosi. Il west di Firehair è ricco di montagne, foreste, fiumi, cascate spumeggianti. Lì prolifera una vita animale ricchissima e l’eroina spesso e volentieri si trova a dover fronteggiare animali selvaggi quali pantere, orsi, lupi, ecc. Molte volte da un combattimento con un animale avvenuto in una storia si coglie il suggerimento per la copertina di un numero successivo, dove magari è ricreata in forma diversa ed in altra situazione, la lotta precedente. (vedi ad esempio splash page di rangers 38 e copertina di Rangers n. 41)Questo abbondare di animali e di boschi in queste storie, fanno annoverare, forse a torto, questo personaggio western così anomalo per l’epoca, nel numero ben più ampio delle imitatrici femminili di Tarzan


I CREATORI DELLA SERIE


Non è dato sapere chi erano i soggettisti delle storie. Su ogni splash page era scritto “by John Starr”, ma questo era un nome di comodo. La Fiction House amava far lavorare in collettivo i suoi artisti, anche per i disegni, per cui è arduo attribuire all’uno o all’altro certe paternità.

Comunque in Firehair possiamo distinguere grossomodo tre periodi. Il primo periodo con la storia delle origini, fino di sicuro al n. 29 sono disegnati da Lee Elias, come già detto. Firehair è vestita in un tipico vestito sportivo westerner e porta spesso le pistole.

Subentra poi Bob Lubbers (la sua prima storia firmata è in Rangers n. 31) ed è lui che a mio parere ci offre le migliori pagine del personaggio con stupende splash pages e con la riduzione ai minimi termini delle vesti dell’eroina che in genere indossa una specie di bikini legato ai fianchi con dei lacci alla moda indiana, occasione di più per mostrare le cosce tornite che si evidenziano ancor di più nelle lotte con ragazze senza scrupoli che di frequente incontra. Pur avendo la pistola, non ha più il cinturone al fianco e non si capisce quindi dove la porti.

Nel numero 43 di Rangers Firehair cambia look ed indossa un vestito intero con la gonna che arriva fino al ginocchio, (giallo inizialmente, ma poi verde dal numero 44, un costume che non abbandonerà più e che è in definitiva la mise con cui il personaggio è normalmente ricordato), non si vede più la scollatura dei seni, anche le ascelle sono coperte e le splendide gambe sono mostrate solo quando la ragazza è in combattimento.

Il terzo periodo è quello disegnato in massima parte da Robert Haiward Webb che era un po’ un factotum alla Fiction House. Egli subentra nel personaggio in Rangers Comics n 50. Disegnatore molto veloce, sue sono gran parte delle storie di Sheena, di Tiger Girl, Kayo Kirby, ecc. Una sua particolarità è di disegnare le donne tutte con la stessa faccia. Sheena è indistinguibile da Tiger Girl o da Firehair, se non fosse per l’acconciatura dei capelli o il vestito. Ma l’ambiente è molto curato, non ci sono spazi vuoti nelle sue vignette che sembrano più belle forse di come sono. Il colore poi, specie nei notturni, aggiunge delle sfumature di luce, che sfuggono ad una mediocre riproduzione in bianco nero. Si deve a Webb il maggior numero di storie del personaggio.


LE CENSURE

Come già accennato, nell’inverno del 1948 avviene un cambiamento, non solo di costume, nelle storie di Firehair. Viene effettuata dalla casa editrice una vera e propria censura. Questa non è dovuta agli effetti del libro “Seduction of the innocent “ che sarà scritto solo nel 1954 e ritengo che sia stata una politica proprio della casa madre, perché avviene un po’ in tutti i suoi albi. La censura opera sia nel vestito sia in situazioni piuttosto esplicite di violenza, dove prima era mostrato il sangue ed ora si sta molto attenti a farlo. Le situazioni di conflitto estremo e di violenza alle donne sono mitigate (Nel numero 41 avevamo assistito ad una ragazza bianca frustata da dei rinnegati, nel numero 38 Firehair non aveva esitato a gettare nel fuoco un bandito!).

Contemporaneamente all’edizione di Rangers Comics che continua, è varata una nuova serie intitolata semplicemente Firehair, di un numero variabile di pagine, da uscita ad uscita. In essa nei numeri 1e 2 sono ristampati gli episodi di Rangers dal 21 al 29, saltando chissà perché il n. 25. Ebbene in tutti gli episodi, il vestito è allungato e diventa il verde con cui è raffigurata la ragazza nella serie originale! Sono inoltre operate le censure già dette.

Dal numero 3 questa testata diventa “Pioneer West romances featuring Firehair” e dura così fino al numero 6 per poi riprendere il titolo più corto, presentando storie originali disegnate per la maggior parte da Bob Webb.

Curioso è il fatto che mentre nelle ristampe si era stati attenti a non rivelare assolutamente niente del corpo dell’eroina, adesso in queste nuove storie, almeno nelle scene di lotta, molta parte dell’epidermide degli arti inferiori riappare. Questa nuova serie durerà per 11 numeri fino alla primavera del 1952 e l’ultimo è anch’esso una ristampa e pesantemente censurata!

La serie originaria di Rangers Comics durerà ancora, ma Firehair finirà la sua corsa nel numero 65 del giugno 1952: quest’ultimo è una ristampa pesantissima del numero 30. Alcune vignette sono spostate, il testo cambiato ed è specificato che alcuni antagonisti, che nella prima versione rimanevano palesemente uccisi, sono solo rimasti feriti.

(Anche nelle ristampe di Tex avveniva la stessa cosa!).


TEMATICHE AVANZATE


Oggigiorno chi si mette in mente di scrivere un qualsiasi tipo di saggio cade molte volte in trappole abilmente tese, poiché è impossibile controllare tutto ciò che si mette sulla carta: i saggisti si limitano generalmente a verificare le cose più importanti, mentre per le notizie di carattere generale si basano su quanto è stato scritto da altri prima di loro. Questo è inevitabile, ma certe cose non sono verificate e molte chissà perché, a forza di esser ripetute, diventano “storia”. Così in ambito cinema si legge comunemente che il primo film dalla parte degli indiani fu “L’amante indiana” o “Broken arrow” con un giovane James Stewart. Nulla di più errato. Senza voler scomodare il contemporaneo “Il passo del diavolo” di Antony Mann, con Robert Taylor, (film molto meno conosciuto, in cui il l’interprete era un pellerossa che aveva combattuto la guerra di secessione ed i cattivi erano i bianchi che volevano espropriarlo delle terre), basta documentarsi un poco e scopriamo che addirittura nel 1929 veniva proiettato un grosso film, con attore Richard Dix dal titolo “Redskin” alle cui schede che trovate facilmente su siti specializzati, vi rimando. Qui dirò solo che il film era parzialmente a colori, a colori erano le scene girate tra i pellerossa, mentre le altre tra i bianchi erano in uno smorto bianco e nero! Solo questo fatto la dice lunga! Non solo era vista realisticamente l’opposizione tra bianchi e indiani, ma addirittura la rivalità tra due tribù, gli Apaches e i Navayos!

Lo stesso dicasi per i fumetti. Da molte parti si sbandiera il fatto che Tex è stato il primo fumetto a vedere nella giusta luce gli uomini rossi che prima erano considerati solo dei selvaggi urlanti in cerca di preda.

Anche senza considerare Fenimore Cooper e le trasposizioni dei suoi libri in fumetto, (Sappiamo come Cooper vedesse con simpatia alcune tribù) basta guardare l’anno di prima edizione del primissimo Tex che è il 1948! E scopriamo così che Firehair ha battuto di gran lunga il nostro ranger nell’essere la prima a vedere con simpatia gli indiani!

Oltre ad avere questo indiscutibile merito, Firehair è un ottimo fumetto che si legge con piacere anche oggi. I dialoghi non sono molto lunghi o prolissi, a differenza di molti american comics del giorno d’oggi (anche se la psicologia del personaggio non può esser sviluppata sufficientemente), e questo consente una lettura facile che permette di indugiare piacevolmente sulle immagini. Inoltre i piccoli siparietti che illustrano la vita indiana nelle tribù, lo scenario in cui il personaggio si muove ed i colori caldi, come usavano un tempo, rende il tutto molto piacevole ed ancora attuale

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giovedì 10 marzo 2011

Nuovo articolo su FIREHAIR


Informo che sul numero 77 di "Fumetto" rivista sui comics edita dall'ANAFI, compare un mio lungo articolo sul personaggio.
Qui viene mostrata l'immagine di base dell'eroina che appare sulla copertina della rivista, anch'essa preparata dal sottoscritto.